Giardinoterapia ed Ortoterapia

GIARDINOTERAPIA 

ORTOTERAPIA ERBE OFFICINALI

Piante e fiori

Un toccasana per la mente ed il fisico


Ogni volta che ci sentiamo privi di energia e ci capita di fare una passeggiata in un parco a contatto con piante e fiori, ne usciamo poi rigenerati senza sapere il motivo. Nei parchi o nei giardini siamo circondati da fiori e piante quindi siamo a contatto con la natura e questo ci induce a rilassarci, a riflettere. Proviamo benessere e questo perché le piante ed i fiori, con la loro sola presenza influenzano i nostri stati d’animo ed in alcuni casi hanno un ottimo effetto anche sulla nostra salute. Ad esempio la Rosa e l’Alloro rafforzano il sistema immunitario, la Magnolia ed il Tiglio inducono la pace, l’Agrifoglio stimola la meditazione, la Jacaranda agevola la risolutezza e la determinazione nel perseguire progetti senza distrazioni o dispersione di energia donando concentrazione, chiarezza , decisione, rapidità mentale, direzione, il Mirto stimola l’apparato digerente. La Giardinoterapia e l’Ortoterapia si stanno velocemente diffondendo in tutto il mondo e possono essere praticate anche sul balcone di casa, dove una volta scoperte le caratteristiche delle piante, dei fiori ed i loro benefici sulla nostra salute, si potrà scegliere cosa piantare in base alle proprie esigenze. Inoltre coltivare piante e fiori, per chi non lo ha mai fatto, aumenta l’autostima in quanto ci si prende cura di qualcosa la cui crescita dipende interamente da noi aumentando allo stesso tempo il nostro senso di responsabilità. A Villa Sempreunagioia pratichiamo Giardinoterapia ed Ortoterapia ispirandoci alle esperienze cliniche e terapeutiche in atto presso strutture Ospedaliere e Case di Cura. Lo facciamo però ovviamente a livello basico rivolgendoci non a pazienti conclamati ,ma a persone sane che sentono il bisogno, attraverso queste pratiche, di trovare momenti di relax, tranquillità e serenità. Cosi' applicate, tali pratiche sono utili a tutti coloro che vogliono impegnarsi nella prevenzione delle malattie, nonché a persone già uscite da un percorso di malattia che vogliono affrontare una convalescenza mirata ed adatta alle proprie condizioni fisiche e psicologiche.

Una delle incombenze domestiche che tutti noi abbiamo da smaltire è sicuramente fare la spesa. Spesso questo impegno ci vede nei supermercati un po’ affannati per questioni di tempo a scegliere prodotti che poi ammassiamo nelle buste che faticosamente portiamo a casa. Per evitare parzialmente questo onere, mangiare prodotti freschi e genuini ed allo stesso tempo cimentarsi in nuovi divertenti esperimenti, possiamo provare a coltivare alcuni prodotti  direttamente a casa nostra. Un esempio è rappresentato dalle Patate, la cui coltivazione è possibile durante tutto l’anno, ma in special modo fra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Esse possono essere facilmente coltivate in un bidone, in un sacco oppure in un vaso. 

Nel primo caso bisogna prendere un bidone della spazzatura di circa 50 litri e fare dei buchi alla base per evitare le muffe ed i funghi e favorire il drenaggio dell’acqua. A questo punto riempirlo per circa ¼ con il terriccio fertile, dove bisognerà inserire, distanziandole, delle patate germogliate tagliate a metà per il verso della larghezza e le gemme rivolte verso l’alto. Infine posizionare il bidone in un posto al sole ricordando di annaffiare frequentemente, senza però esagerare nella quantità di acqua: il terriccio dovrà sempre risultare umido. Quando si vedranno comparire i primi germogli, ricordarsi di coprirli con un altro strato di terriccio. Piano piano cresceranno delle piantine verde intenso e dopo circa tre mesi, quanto le foglie ed i fusti dal colore verde saranno passati al giallo significherà che le patate sono pronte. 

Per la coltivazione delle Patate in un sacco di iuta bisogna procurarsene uno di circa 10 litri, forarlo alla base per il drenaggio dell’acqua e riempirlo con un po’ di terriccio. Sistemare, distanziandole, poi delle patate germogliate tagliate a pezzi grandi e coprirle con un altro strato di terriccio. Mettere anche in questo caso il sacco in un posto assolato, visto che la luce stimola la germinazione, annaffiare frequentemente per assicurare il giusto grado di umidità al terriccio e dopo circa 60 giorni, quando le piantine da verde intenso diventeranno di colore giallo e le foglie saranno secche o appassite il gioco è fatto. Il periodo migliore per coltivare le Patate con la tecnica del sacco di iuta è da fine marzo a fine maggio. 

Ultimo metodo considerato è quello della coltivazione delle Patate nel vaso. 

Dobbiamo prendere un vaso di circa 50 litri e profondo massimo 30 cm ed usare la solita tecnica, vale a dire riempirlo di terriccio per ¼, interrare delle patate germogliate tagliate a pezzi, naturalmente con i germogli rivolti verso l’alto, facendo attenzione a distanziarle bene. Anche in questo caso le prime foglioline dovranno essere ricoperte da un altro strato di terriccio, bisognerà innaffiare frequentemente per assicurare il giusto grado di umidità e ad un certo punto compariranno delle piantine verdi con dei fiori bianchi e rosati molto piacevoli alla vista. Quando, dopo 2/3 mesi, cambieranno colore e dal verde saranno passate al giallo vorrà dire che le nostre patate saranno mature. Non ci resterà che dissotterrare i nostri tuberi, lasciarli un pochino al sole per togliere loro l’umidità, e poi saranno pronte per essere consumate. Consideriamo la coltivazione “domestica” delle Patate un’attività Sempreunagioia® perché ci permette di cimentarci in qualcosa di insolito, particolare, divertente e che alla fine ci regala dei prodotti sani gustosi da consumare in cucina nei più svariati modi.

Che ne dite? Abbiamo stuzzicato la vostra intraprendenza?

In bocca al lupo!

Cinzia & Sergio


 La Salvia (Salvia officinalis) è una pianta della famiglia delle Laminaceae. E’ un piccolo arbusto sempreverde con rami a sezione quadrangolare, che può vivere allo stato spontaneo oltre 15 anni ed in coltura dai 5 ai 7 anni. Pianta peculiare dell’Europa meridionale, cresce in Italia nelle zone centro-meridionali e nelle isole. Mentre è coltivata sia in fascia collinare submontana che in pianura. Il suo nome “Salvia” deriva dal latino salvus, ossia salvo ed è indicativo; infatti questa pianta possiede numerose proprietà diuretiche, antinfiammatorie e antisettiche. Svolge azione estrogenica che regolarizza il ciclo mestruale, anche in caso di amenorrea e dismenorrea, riduce le vampate ed i disturbi della menopausa. E’ un antispasmodico (rilassante) naturale molto utile in caso di spasmi dell’apparato digerente, in caso di intestino irritabile. Cura febbre, tosse, raffreddore in quanto possiede proprietà antisettiche e balsamiche. Inoltre è un valido aiuto per combattere la ritenzione idrica, il mal di testa ed i reumatismi. Risulta essere un ottimo alleato nel combattere il diabete poiché abbassa il livello di glicemia del sangue. Dalla Salvia si ricava l’infuso. Semplicemente si mette un cucchiaio raso di foglie di salvia in una pentolina con acqua bollente. Lasciarle in infusione per 5 minuti, filtrare e poi si può bere. Purtroppo bisogna fare attenzione perché le foglie contengono un olio essenziale che ha azione epilettica e tossica per il sistema nervoso anche in dosi lievi. Bisogna quindi utilizzarlo con prudenza e soltanto per uso esterno.

Simbolo di femminilità per eccellenza, il Gelsomino, vero nome Jasminum officinale, è una pianta del Medio Oriente e dell’America meridionale, fiorisce fine maggio- inizio giugno. Appartiene alla Famiglia delle Oleacee e può raggiungere anche i quattro metri di altezza. I fiori sono composti da quattro/cinque petali di colore rosa chiaro o bianco oppure giallo. Dal Gelsomino si ricava un olio essenziale che viene utilizzato per combattere gli stati depressivi e l’ansia. Facilita il sonno ed allevia i dolori mestruali. Dai suoi fiori si producono saponi e creme antirughe. Ha proprietà cicatrizzanti, combatte i brufoli e l’acne. Inoltre possiede proprietà antisettiche ed antibatteriche, sedative in caso di tosse e raffreddore può sciogliere il muco. L’infuso di Gelsomino è ottimo. Si prepara lasciando in infusione in una tazza di acqua calda un paio di cucchiaini di petali di fiori freschi o essiccati per quattro o cinque minuti. Dopo averlo filtrato si aggiungono a piacere miele o limone. La tisana di Gelsomino non è indicata per le donne in gravidanza poiché c’è il rischio che aumenti le contrazioni. Esistono tre leggende sull’origine del Gelsomino. La prima narra che la madre di tutte le stelle, Kitza, stava preparando gli abiti d’oro per i suoi figli. Un gruppo di stelline, non apprezzarono i loro abiti e cominciarono a lamentarsi facendo un po’ di baccano. Il Re degli spazi, Micar, entrò nel palazzo e, una volta compresa la situazione, si infuriò. Le scacciò dal firmamento, strappò loro gli abiti e le scagliò come ciottoli nel fango della Terra. Kitza divenne inconsolabile così la Signora dei Giardini Bersto, impietosita, decise di aiutarla. Tolse dal fango le stelline e le trasformò in fiorellini profumatissimi. La seconda leggenda narra di un giovane giardiniere che rubò una pianta di Gelsomino dal giardino di Cosimo I De Medici (il primo a coltivarlo in Italia, ma contrario alla sua diffusione fuori dai giardini granducali) per regalarlo alla sua fidanzata. Ella la piantò e se ne prese cura con tanto amore che la pianta crebbe e fece tanti fiorellini dal profumo molto intenso. I due si sposarono e vissero felici, così tradizione vuole che in Toscana, nel bouquet di ogni sposa ci sia compreso un rametto di Gelsomino come portafortuna. La terza leggenda è legata a Jasmine, una giovane nomade araba che si copriva sempre il volto per proteggerlo dai raggi del sole. Un giorno sposò un principe di un paese lontano ed un giorno nell’harem Jasmine scoprì il suo volto al sole che, folgorato dalla sua bellezza, la trasformò in un Gelsomino, pianta che necessita di molta luce per la sua vegetazione.

In Greco il suo nome è formato da due parole, òros che significa monte e ganàos che vuol dire splendore. Esistono ben due leggende che narrano circa la sua origine: la prima è che questa pianta fu coltivata in abbondanza da Afrodite nei suoi giardini ai piedi del monte Olimpo, e la seconda narra la storia di Amaraco, un principe dell’isola di Cipro creatore per diletto di profumi. Un giorno riuscì a creare il profumo perfetto, ma l’ampolla che lo conteneva si ruppe ed il principe morì per il dispiacere. Gli Dei, impietositi, decisero di trasformarlo in una pianta che avesse il profumo migliore dell’universo. Stiamo parlando dell’Origano (Origanum vulgare) pianta erbacea perenne che allo stato spontaneo è una pianta di montagna. Necessita di un clima temperato e del calore del sole per poter avere una crescita ottimale. Le sue foglie sono ovali, opposte, intere mentre i fiori rosei creano delle infiorescenze apicali a corimbo composto e contengono un olio essenziale prezioso per la nostra salute. Grazie alla presenza di vitamine A e C ed al beta-cariofillene (terpene) l’Origano è un notevole antinfiammatorio naturale utilissimo per curare il mal di gola, i disturbi gastro-digestivi e di tutto l’organismo. E’ immunostimolante, quindi stimola il nostro metabolismo, fornendo protezione all’organismo verso le varie infezioni. Ha proprietà aperitive, facilita cioè la digestione stimolando le secrezioni salivari e gastriche. L’Origano contiene acidi grassi omega 3 che gli conferiscono proprietà antiossidanti perché combatte i radicali liberi (molecole) che danneggiano il nostro organismo. Toccasana per le vie respiratorie grazie al carvacrolo ed altri flavonoidi aiuta a prevenire gli attacchi di asma, migliora il funzionamento del fegato favorendo una buona secrezione dei succhi gastrici. Ottimo alleato in caso di meteorismo, di disturbi gastrointestinali. L’Origano si può utilizzare in svariati modi: come decotto (far bollire per 3 minuti 1 cucchiaino di origano essiccato per combattere la tensione nervosa); come infuso (1 cucchiaino di erba essiccata per una tazza di acqua bollente è indicato per raffreddori, mal di testa, disturbi gastrointestinali, combatte la forfora), come cataplasma (riscaldare le foglie d’origano in caso di torcicollo); per fare gargarismi (decotto di fiori di origano purificano la bocca e la gola), per fare suffumigi e inalazioni (sedativo per la tosse ed eliminazione del catarro), nell’acqua del bagno o nei pediluvi (azione deodorante e rilassante), in campo cosmetico (dona elasticità alla pelle e combatte la cellulite). L’olio essenziale è un antisettico combatte i funghi della pelle (in particolare il piede d’atleta) ma è anche emmenagogo (favorisce le mestruazioni) quindi sconsigliato per le donne in gravidanza o durante il periodo di allattamento. Ottimo condimento nelle nostre pietanze non è consigliato nei soggetti che soffrono di reflusso gastro-esofageo. Una curiosità: agisce come repellente naturale contro le formiche.

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